Circa 3 mila miliardi di dollari: a tanto ammonta, secondo le ultime stime del Global Wellness Institute, la spesa mondiale destinata al wellness, ovvero tutti i costi di attività come lezioni di yoga o iscrizioni in palestra, ritiri di meditazione, centri termali, oli aromaterapici, cristalli di quarzo e altre pratiche incentrate a garantire il benessere alle persone.
L’analisi economica
Queste cifre immense spiegano l’importanza a livello mondiale del settore del benessere, che comprende una lunga lista di beni e servizi e che attiene non solo alla salute fisica delle persone, ma anche a fattori come il benessere sociale e comunitario, e soprattutto quello mentale, emotivo, spirituale e finanziario di ognuno di noi.
Bene le terme
Uno dei segmenti più dinamici è quello dell’industria termale, che in tutto il mondo e in appena due anni ha aumentato di oltre 16 mila centri il totale di spa attive, che offrono sia le classiche attività “occidentali” che la storica accoglienza orientale, come gli “onsen” tipici del Giappone o i bagni turchi originari dello stato asiatico. In tema curiosità, poi, un’altra tendenza (ma più “domestica”) riguarda la richiesta di installare un bagno turco anche in casa, operazione che – come spiega il sito www.bricoportale.it – è più semplice di quanto si possa immaginare.
Restituire all’Italia un ruolo centrale
Anche l’Italia si inserisce in questa tendenza, ed è il presidente di Federterme, Costanzo Jannotti Pecci, a tracciare un bilancio di fine 2017 per il comparto del turismo termale e del termalismo in generale: in sintesi, l’anno scorso si è chiuso con segnali decisamente positivi, proseguendo il trend avviato nel corso del 2016 e lasciando spazio all’ottimismo anche nel 2018, in cui si dovrebbe consolidare la ripartenza e riportare l’Italia al suo ruolo di eccellenza termale a livello mondiale.
Il wellness nel nostro Paese
In termini quantitativi, una recente ricerca di Unioncamere-Infocamere ha fatto luce sulla ripresa dell’industria del Wellness nel nostro Paese, confrontando i dati del Registro delle Imprese aggiornati al 30 giugno 2017 con quelli del 2012: in questi cinque anni, il numero di palestre, centri benessere, istituti di bellezza e servizi di manicure e pedicure, che sono alcune delle attività più diffuse del comparto, è aumentato di ben 4 punti percentuali.
L’industria del benessere
Segno più anche per i conti economici dell’industria del benessere, che si rivela un comparto molto importante per le attività produttive italiane: dal punto di vista occupazionale, si contano all’incirca 120 mila addetti soltanto nell’ambito sportivo, nelle 40 mila attività che operano come centri e servizi sportivi e di bellezza, istruttori e tecnici, che generano un giro d’affari complessivo di oltre 14 miliardi di euro.
Trend positivo per le palestre
Limitandosi alle sole palestre, ad esempio, si calcola che all’incirca 5 milioni di italiani abbiano un abbonamento attivo in palestra, con incrementi progressivi anno dopo anno; il nostro Paese è al quarto posto assoluto in Europa per numero di abbonati, dietro alla Germania, che ha superato i 10 milioni, al Regno Unito e alla Francia, che però hanno un numero di abitanti di molto superiore al nostro. Sempre i centri fitness nazionali, poi, generano un business di 3 miliardi di euro all’anno, mentre considerando l’intero Vecchio Continente il settore benessere nel suo complesso vale il 2 per cento del Pil e il 3,5 per cento dell’occupazione.