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Tiroide ed allenamento: quali sono gli effetti sulle performance

Tiroide e allenamento

Attività sportiva e funzione della ghiandola tiroide sono legate in modo molto stretto. Infatti, sebbene la maggior parte delle persone ignori funzioni ed effetti degli ormoni tiroidei, questi ultimi sono sostanze indispensabili per ogni tipo di azione o processo corporeo. Una normale funzione tiroidea risulta quindi essenziale per una pratica sportiva salutare ed efficace, a qualunque livello sia essa praticata. E se la tiroide non dovesse funzionare a dovere, la terapia ormonale sostitutiva con levotiroxina o triiodotironina può risultare fondamentale.

Cos’è la tiroide?

La tiroide è una ghiandola simmetrica, a forma di farfalla che si trova nel collo, subito sotto la cute, ai lati della trachea. In condizioni normali non se ne apprezza la presenza, o se ne rileva appena la consistenza appoggiando le mani sulla parte anteriore del collo e deglutendo. La presenza di una tiroide ingrossata, e quindi palpabile, può denotare la presenza di un gozzo tiroideo, chiamato anche struma tiroideo. Il gozzo può essere eutiroideo, è quindi responsabile di una normale funzione tiroidea, o legato ad un’iperfunzione della tiroide, o ipertirodismo (come nel gozzo tossico multinodulare), o infine ipofunzionante, condizione quest’ultima che prende il nome di ipotiroidismo.

A cosa serve la tiroide?

La tiroide, come già in parte anticipato sopra, ha la funzione di produrre gli ormoni tiroidei, che prendono il nome di T3 e T4, chiamati anche triiodotironina e tiroxina.

La produzione degli ormoni tiroidei è regolata dal TSH, un ormone prodotto dalla ghiandola ipofisi, che viene spesso chiamato con il nome esteso di tireotropina. Il TSH viene a sua volta stimolato da un ormone prodotto dall’ipotalamo, una parte del nostro cervello, che produce l’ormone stimolante la tireotropina, il TRH.

TSH e TRH sono secreti in abbondanza quando i livelli di ormoni tiroidei circolanti sono bassi, in modo da stimolare la tiroide ad aumentare la produzione di tiroxina e triiodotironina e riportare i valori nel sangue nella norma.

Al contrario, in caso di elevati valori di ormoni tiroidei sierici, la produzione di TRH, e quindi di TSH, cala in modo rilevando, comunicando alla tiroide la necessità di rallentare la loro produzione per tornare ad uno stato di eutiroidismo.

I valori normali di TSH sono di solito compresi tra 0.5 e 4 mUI/l (fonte esamievalori.com).

Questo sofisticato meccanismo prende il nome di asse ipotalamo ipofisi tiroide.

Spesso negli esami del sangue vediamo le sigle ft3 ed fT4, che identificano rispettivamente la triiodotironina libera e la tiroxina libera, cioè la frazione di questi ormoni che circolano liberi nel sangue, non legati a proteine trasportatrici come albúmina o altre proteine. Dato che la parte realmente attiva di questi ormoni è quella libera, è corretto dosare ft3 ed fT4 nelle analisi del sangue. Solo in casi rari sarà utile dosare anche T3 e T4 totali.

Azioni fisiologiche degli ormoni tiroidei

La produzione di un’adeguata quantità di ormoni tiroidei è indispensabile al normale accrescimento corporeo, allo sviluppo e alla maturazione di vari organi e apparati.

L’ipotiroidismo durante la vita fetale o neonatale provoca un arresto irreversibile della maturazione dell’encefalo con gravi conseguenze sullo sviluppo intellettivo.

Il quadro clinico che ne consegue è quello ben noto del cretinismo. Gli ormoni tiroidei sono anche indispensabili allo sviluppo dell’apparato scheletrico e alla maturazione di quello riproduttivo. Un eccesso di T3 e T4 durante l’infanzia e l’adolescenza provoca un’accelerazione dell’accrescimento, ma non un aumento in assoluto della crescita simile a quello osservabile in condizioni di iperproduzione di GH (gigantismo); viceversa, una carenza di ormoni tiroidei produce un rallentamento della crescita per ritardo di comparsa e per alterazioni dei nuclei di ossificazione epifisaria.

Anche la maturazione dell’apparato riproduttivo in età puberale avviene in modo ritardato e incompleto in condizioni di ipotiroidismo. Gli ormoni tiroidei stimolano la velocità dei processi cellulari e regolano l’attività metabolica a livello dei più svariati tessuti. In generale l’effetto è prevalentemente anabolico a basse dosi, mentre l’azione catabolica è preminente a dosi elevate. Questo bifasismo di azione, caratteristico degli ormoni tiroidei, è particolarmente evidente per quanto riguarda il metabolismo proteico, lipidico e quello del glicogeno.

Gli ormoni tiroidei regolano l’attività del sistema adrenergico agendo sulla responsività dei tessuti periferici alle catecolamine, cioè adrenalina e noradrenalina. Un eccesso di ormoni tiroidei provoca un incremento del numero dei recettori e quindi un’iperresponsività; il contrario avviene in condizioni di carenza di T3 e T4.

Nonostante una serie numerosissima di ricerche sul meccanismo d’azione degli ormoni tiroidei a livello cellulare, le nostre attuali conoscenze sono incomplete e frammentarie.

Nei tessuti responsivi, le cellule contengono recettori nucleari con elevatissima affinità per gli ormoni tiroidei. L’affinità dei recettori nucleari per la T3 è circa 10 volte superiore a quella per la T4 e ciò spiega la preminente attività biologica della T3. L’occupazione del recettore da parte della T3 si associa ad un aumento della produzione di molecole proteiche che rappresentano enzimi chiave di varie tappe metaboliche, recettori, ormoni polipeptidici.

Gli ormoni tiroidei quindi:

  • Aumentano il consumo di ossigeno e la produzione di calore.
  • Stimolano la sintesi delle proteine corporee.
  • Aumentano la gliconeogenesi e la glicogenolisi, cioè permettono la produzione di carboidrati (zuccheri) e ne aumentano i livelli circolanti, aumentando la disponibilità immediata di energia.
  • Stimolano la sintesi, la mobilizzazione e il catabolismo del colesterolo e dei lipidi (grassi) in generale.
  • Aumentano la responsività dei tessuti periferici alle catecolamine, cioè adrenalina e noradrenalina, i principali ormoni stimolanti l’attivazione muscolare e del battito cardiaco.

Ipotiroidismo

Cos’è l’ipotiroidismo? L’ipotiroidismo è una condizione di ridotta concentrazione ematica di ormoni tiroidei circolanti, o, in casi più rari, di ridotta sensibilità dei recettori periferici degli ormoni anche in presenza di normali livelli di ft4 ed ft3.

Solitamente in corso di ipotiroidismo avremo ft3 ed ft4 bassi e TSH alto, e la causa sarà da ricercare in una patologia che colpisce direttamente la tiroide. Solo in rari casi la causa di ipotiroidismo sarà una patologia ipofisaria o ipotalamica: in questi casi avremo ft3 ed ft4 bassi e TSH basso.

Le principali cause di ipotiroidismo sono patologie croniche autoimmuni della tiroide, come la tiroidite di Hashimoto o il Morbo di Basedow Graves variante ipotiroidea. Ovviamente la rimozione chirurgica della tiroide, la tiroidectomia, porta inevitabilmente all’ipotiroidismo. Anche il danno causato da radiazioni o da radioiodio possono portare allo sviluppo di ipotiroidismo. In altri casi, gli ormoni tiroidei possono essere ridotti o assenti nel sangue a causa di anomalie genetiche o congenite che portano allo sviluppo di una tiroide atrofica e mal funzionante.

Anche alcuni farmaci, ad esempio l’amiodarone, un farmaco antiaritmico, possono danneggiare la tiroide e causare il malfunzionamento.

Quali sono i sintomi di ipotiroidismo? I sintomi di ipotiroidismo sono principalmente:

  • Aumento di peso
  • Scarso appetito
  • Stitichezza
  • Mixedema, cioè un ispessimento del tessuto connettivo del derma dovuto all’accumulo di mucopolisaccaridi idrofili nella matrice cellulare, che inducono una forte ritenzione di liquidi. Il mixedema pretibiale è una delle più frequenti sedi di formazione di questo problema, anche se più frequente in patologie causanti ipertiroidismo, come il morbo di Graves;
    Al volto, il mixedema produce un volto caratteristico, chiamato “facies mixedematosa”, costituita da: volto corto e largo; cute di color grigio-giallastro; occhi gonfi, piccoli e socchiusi; naso slargato; lingua di dimensioni aumentate (macroglossia) e tendenza all’inespressività del viso;
  • Affaticamento e stanchezza, con sensazione di fiato corto anche per minimi sforzi;
  • Riduzione della frequenza, cioè bradicardia, e della contrattilità cardiaca (che spiegherebbe una resistenza minore all’esercizio fisico);
  • Intolleranza al freddo;
  • Pelle secca e sottile;
  • Fragilità di capelli e unghie;
  • Anemia;
  • Voce rauca;
  • Rallentamento di pensieri e movimenti;
  • Dolore e debolezza muscolare (crampi), anche ai muscoli respiratori;
  • Depressione;
  • Problemi di memoria (soprattutto nelle persone anziane);
  • Riduzione del desiderio sessuale;
    Mestruazioni irregolari e/o abbondanti, con riduzione della fertilità;
  • Formicolio a mani e dita.

Per far diagnosi di ipotiroidismo bastano semplici esami del sangue, come la tireotropina (TSH), e la tiroxina libera (ft4). Solo in un secondo momento saranno eseguiti esami di secondo livello come la ricerca degli anticorpi anti tiroide (anti tireoperossidasi, anti tireoglobulina, anti recettore del TSH) è un’ecografia della tiroide.

La terapia dell’ipotirodismo è costituita dalla levotiroxina, un ormone sintético che ha la stessa funzione della tiroxina, e che prende il nome commerciale di Eutirox. In alcuni casi la terapia sostitutiva viene fatta con la triiodotironina sintetica, il cui nome commerciale è il Tirosint.

Ipertiroidismo

L’ipertiroidismo è una condizione di iperfunzione della tiroide, caratterizzata dalla presenza di elevati livelli di ormoni tiroidei.

In alcuni casi si è in presenza di ipertiroidismo anche se la tiroide funziona normalmente: ad esempio nell’assunzione incongrua di ormoni tiroidei (per errore o a scopo dimagrante), configurando una condizione che prende il nome di tireotossicosi.

Le principali cause di ipertirodismo sono il morbo di Basedow-Graves, ipertiroidismo autoimmune con anticorpi anti recettore del TSH che iperattivano la tiroide, il gozzo tossico multinodulare, in cui, a causa di un’insufficiente produzione di ormoni tiroidei protratta nel tempo, si assiste ad un aumento diffuso delle dimensioni della tiroide, e l’adenoma tiroideo tossico (o adenoma di Plummer), dove l’aumento di dimensioni della ghiandola è asimmetrico, in quanto un’area di tessuto ghiandolare inizia a produrre ormoni tiroidei svincolandosi dai meccanismi di controllo. Vi sono anche condizioni temporanee di ipertiroidismo, come le tiroidite acute o subacute, ad eziologia infettiva, che portano ad un’immissione rapida di ormoni tiroidei, che raggiungono concentrazioni elevatissime, per la distruzione acuta del parenchima ghiandolare, causando la cosiddetta “crisi tireotossica”. In tutti questi casi di ipertiroidismo agli esami avremo ft3 ed ft4 alti e TSH basso.

In casi meno frequenti si assiste ad un ipertiroidismo secondario, cioè che deriva da un’aumentata stimolazione a monte della tiroide (a livello dell’ipotalamo o dell’ipofisi attraverso l’aumentata secrezione rispettivamente di TRH e TSH). In questi casi invece gli esami mostreranno ft3 ed ft4 alti e TSH alto.

I sintomi di ipertiroidismo sono principalmente :

  • Tachicardia, cioè aumentata frequenza cardiaca
  • ansia
  • calo ponderale, cioè dimagrimento
  • difficoltà di addormentamento e/o  risvegli notturni
  • tremori diffusi
  • disturbi della visione (fotofobia)
  • stanchezza alternata a sensazione di eccitazione
  • diarrea

La terapia dell’ipertirodismo può essere farmacologica, con un farmaco chiamato Tapazole, radioterapia, tramite il radioiodio, o chirurgica, tramite una tiroidectomia parziale o totale.

Tiroide e sport

Per una corretta e sana attività sportiva, è quindi essenziale una normale funzione tiroidea. In caso di ipotiroidismo, l’organismo non riuscirà a performare uno sforzo muscolare adeguato, non avendo sufficienti riserve di energia e zuccheri circolanti. In caso di ipertiroidismo, gli elevati livelli di ormoni tiroidei aumentano la già fisiologica tachicardia che insorge in corso di esercizio fisico, riducendo la durata dello sforzo ed esponendo la persona a rischio aumentato di aritmie ventricolari maligne.

Appare quindi chiaro che prima di intraprendere una attività fisica costante nel tempo, specialmente se a livello agonistico, è consigliabile dosare almeno una volta il TSH reflex, e, se quest’ultimo è alterato, anche gli ormoni tiroidei.

Appare infine superfluo dire che l’utilizzo di ormoni tiroidei sintetici per aumentare il metabolismo e dimagrire è una pratica dannosa e molto pericolosa, che non porta nessun vantaggio nelle prestazioni fisiche ma che espone a pericoli di tipo metabolico e cardiovascolare.

Giuseppe Barbagallo

Scritto da Giuseppe Barbagallo

SEO Specialist e Web Designer, esperto in tecniche di Link Building e Digital Advertising. Da sempre appassionato di informatica, programmazione e tecnologia. Founder della Web Agency Good Working.

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