Cosa hanno in comune Martina Navratilova (tennista), Mac Danzig (atleta marziale), Jim Morris e Andreas Cahling (bodybuilders), Carl Lewis (campione in atletica), Dave Scott (asso del Triathlon), Michaela Copenhaver (vogatrice), Edwin Moses (record e titolo olimpico nei 400 metri), Pierre Vérot (sciatore), e Davide Bertinetto (specialista di “Ultra Trail”, che consiste nel percorrere distanze estreme in completa autosufficienza attraverso percorsi montani con grandi dislivelli durante il giorno e la notte)? Si tratta di atleti che hanno deciso di associare alimentazione vegana e sport.
Molti partono dal principio che un tipo di nutrizione che si basa quasi esclusivamente su frutta e verdura mal si concili con elevate prestazioni sportive, mentre in realtà questo approccio alimentare, secondo i suoi sostenitori, permetterebbe di ottenere un fisico asciutto, scattante e muscoloso.
Per i vegani il qui pro quo nascerebbe dalla questione proteine, ritenute il nutriente essenziale per gli sportivi: per questo approccio invece tutto ruoterebbe attorno ai carboidrati (amidi e zuccheri), fonte di glucosio essenziale per i muscoli e il cervello, che abbonda in FRUTTA, VERDURA AMIDACEA, CEREALI, LEGUMI, GRANO E FARINE VARIE, e aminoacidi (proteine scomposte pronte per l’assorbimento) che, rispetto a quelle di derivazione animale, necessiterebbero di un costo digestivo molto inferiore, garantendo di conseguenza una resa sportiva maggiore.
Ergo: frutta, verdura, cereali, noci e semi apporterebbero tutta la quota proteica di cui si abbisogna.
Ma in base a quali principi risulterebbe vincente il binomio alimentazione vegana e sport?
Il primo l’abbiamo già menzionato, e consiste in un miglioramento della digestione: se infatti il 50% della nostra energia viene impiegata nei processi digestivi di pesanti proteine animali e carboidrati ricchi di amido cotto, impostare una parte considerevole della nutrizione su frutta e verdura cruda determinerebbe un aumento di enzimi vivi che agevolano l’assorbimento dei nutrienti, con una quota maggiore di energia disponibile per l’attività sportiva.
Il secondo meccanismo è quello dell’alcalinizzazione, che si produrrebbe grazie al consumo incisivo e continuativo di cibi vegetali alcalinizzanti crudi che consentono di abbattere l’acidificazione a cui il nostro organismo viene sottoposto da stress, inquinamento, alimentazione grassa e anche dalla stessa attività in palestra (dovuta al metabolismo muscolare anaerobico).
In conclusione, alla luce di queste considerazioni, alimentazione vegana e sport possono andare a braccetto, a patto che si pratichino entrambe le cose con coscienza e conoscenza!
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