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Psicologia e sport: un binomio spesso sottovalutato

Psicologia e sport

Sembrano due aspetti opposti della vita delle persone: lo sport si occupa del corpo e la psicologia della mente. Senza contare che è ancora diffusa l’idea per cui il ruolo dello psicologo sia legato solamente a un malessere, un disagio, un’incapacità (‘andare dallo psicologo’ comporta sempre un’espressione tra l’imbarazzo e la pietà nell’interlocutore che ascolta questa dichiarazione). Eppure la realtà è molto diversa e lontana da questa manichea necessità di separare tutto a comparti stagni. L’uomo, l’atleta, nella sua interezza, è sia fisicità che razionalità, capacità fisica e motivazione, intuito e ragione. Separare e assolutizzare un aspetto significa sbagliare l’obiettivo. E nella vita è sempre un errore, soprattutto per chi pratica sport.

Il ruolo della psicologia dello sport

Quello di cui si occupa uno psicologo dello sport è un tipo di attività a 360° che coinvolge sia la mente che il corpo. Lo psicologo dello sport, infatti, non lavora solamente dal punto di vista motivazionale, come spesso si legge e si tende a credere, ma permette all’atleta di svolgere meglio la propria attività.

Per ogni tipo di attività sportiva è necessaria una certa preparazione (il famoso allenamento), ma anche una determinata sicurezza dei propri mezzi. Molto spesso capita di trovare atleti, sia a livello professionale che amatoriale, che si preparano perfettamente durante il periodo di allenamento e poi falliscono la gara per l’incapacità di reggere e gestire la tensione. Quello della gestione delle emozioni e delle tensioni è uno dei primi aspetti di cui si occupa la psicologia dello sport.

Parallelamente c’è da considerare anche come l’atleta sfrutta il proprio potenziale. In alcune discipline ciò è più evidente in quanto si pensa che possa bastare l’intuito o la propria capacità di ‘giocare a quello sport’. Questa mentalità però ignora quanto l’organismo, anche quello perfettamente allenato, debba essere regolato e l’utilizzo delle energie controllato per tutto l’arco della gara. È come se in una corsa si partisse subito a grande velocità e poi a metà percorso si fosse già in riserva di fiato e di forza. Così per tutti gli altri sport.

C’è poi il rischio di sottovalutare gli impegni, la costanza degli allenamenti o il valore degli avversari. Con il rischio di rimediare sonore delusioni anche quando si avrebbero tutte le capacità fisiche e atletiche per vincere le sfide a cui si partecipa.

Maturità atletica e mentale

Possiamo e dobbiamo quindi parlare di una sorta di maturità atletica e mentale che ogni sportivo deve acquisire. Il ruolo della psicologia dello sport è proprio quello di andare a intervenire su tutti questi aspetti. abbiamo prima fatto riferimento alla gestione delle emozioni. Questo è un discorso molto delicato e particolare perché non riguarda solamente l’ansia da prestazione o l’incapacità di reggere una grande aspettativa (di sé stessi, della propria famiglia, dell’allenatore, dei compagni di squadra, dei tifosi, eccetera). Nello sport vengono coinvolte e stimolate anche altre emozioni, quali la rabbia e il nervosismo.

Gli atleti devono mostrare una grande concentrazione e capacità di autocontrollo per poter svolgere il proprio lavoro e sostenere la propria attività sportiva.

Volere e potere

L’obiettivo della psicologia dello sport non è quello di eliminare le tensioni, le paure, le ansie e tutte le emozioni che possono inficiare la riuscita di una gara. Anche perché spesso le emozioni possono essere anche d’aiuto all’atleta (come la voglia di rivalsa, la determinazione, il coraggio, eccetera). È importante però avere un controllo su di esse e avere la capacità di incanalare queste energie verso l’obiettivo prefissato.

Questo tipo di lavoro psicologico si rivolge sia a chi svolge un’attività sportiva individuale sia a chi si trova all’interno di una squadra e di un gruppo. In quest’ultimo caso ci sono poi da considerare tutte quelle dinamiche relative alla collaborazione, allo spirito di appartenenza e collaborazione e ad un approccio corretto per il quale la propria attività è utile per la squadra e non solamente per sé stessi.

La psicologia di un’atleta può essere allenata al pari della sua forza, della sua resistenza e del suo gesto atletico. Per questo si ricorre agli psicologi dello sport, dei professionisti in grado di comunicare profondamente con l’atleta e aiutarlo a migliorare le proprie prestazioni.

Psicologia e sport non sono agli antipodi, ma sono le due facce della stessa medaglia: quella da apporre sul petto dei vincenti.

Daniele Di Geronimo

Scritto da Daniele Di Geronimo

Sono nato nel maggio del 1986 in provincia di Roma. Laureato in Lettere, amante della lettura, della scrittura e di tutto ciò che la lettura e la scrittura possono significare nel mondo del web. Sono attivo sui maggiori social network.

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